Prestito aziendale diretto in busta paga senza banca e senza interessi

Informazioni e indicazioni per la richiesta al datore di lavoro

Sei un dipendente e ti stai chiedendo se puoi richiedere un prestito aziendale in busta paga senza interessi, quindi a tasso zero, senza rivolgerti alla banca? La risposta è affermativa: è possibile ottenere liquidità direttamente dal tuo datore di lavoro. Attenzione però: non è un obbligo di legge per il tuo capo concederti un finanziamento di questo tipo ed è per questo che il suo benestare rappresenta la condicio sine qua non (condizione indispensabile) senza la quale non potrai procedere in tal senso.

Si tratta, infatti, di un’opzione facoltativa che non rientra tra quelli che sono i normali “compiti” assunti dai datori di lavoro. Proprio da questo, nasce la definizione normativa di quello che poi è un vero e proprio prestito aziendale diretto senza banca. Questo tipo di prodotto rientra a tutti gli effetti tra i cosiddetti fringe benefit, categoria che racchiude in sè ogni beneficio accessorio alla normale retribuzione. Considerato legalmente, quindi, come forma retributiva, questa forma di finanziamento viene tassata in maniera privilegiata e ridotta (se andiamo a confrontarla con i finanziamenti erogati da una banca o da una finanziaria).

Ma come si richiedono e si ottengono questi prestiti aziendali in busta paga? Senza interessi, o con tassi molto agevolati, nessuna necessità di un intermediario, con tempi molto più ridotti: vale la pena scoprirlo perché le strade percorribili sono diverse e rappresentano tutte, ognuna per determinate motivazioni, una buona alternativa.

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Prestito aziendale in busta paga senza interessi: come richiederlo

La forma di prestito aziendale senza banca e senza interessi (o meglio con tassi molto ridotti) con trattenute dirette sulla busta paga è davvero molto semplice da richiedere e, quindi, ottenere. Le aziende che la prevedono, infatti, consentono ai propri dipendenti di farne richiesta semplicemente compilando e consegnando un apposito modulo già predisposto allo scopo, specie da parte delle aziende più grandi. I fac simili sono presenti in rete e ti posso essere utili per comprendere come si compone, in linea di massima, tale documento. prestito aziendale in busta paga

Dovrai indicare il tuo nome e cognome, il luogo di lavoro, il tipo di contratto, l’importo che desideri richiedere, la motivazione che ti spinge a farlo e il numero di rate che vorresti pagare per estinguere il tuo debito. Unica cosa mai specificata è il tasso d’interesse: sarà il tuo datore di lavoro ad indicartelo (abbiamo già anticipato come non si tratti proprio di un prestito aziendale in busta paga senza interessi ma che questi ultimi saranno, nella maggioranza dei casi presenti ma bassissimi). Allegati i documenti personali e la copia del contratto, basterà firmare e, una volta consegnato, attendere l’esito.

Eh già, perché non è detto che questo prestito, noto anche come “intercompany”, venga concesso! 

Cosa accade sul piano fiscale?

Vale la pena chiederci come sono regolati i prestiti aziendali diretti senza banca dal punto di vista prettamente fiscale? La tassazione sui finanziamenti al personale dipendente è molto più conveniente rispetto a quanto avviene con le altre tipologie. Solo la metà viene tassata tra i tassi di interesse concessi al lavoratore e i tassi ufficiali di sconto.

Vogliamo fare un esempio per chiarirci le idee? Poniamo che, sul mercato del settore, il tasso medio applicato a finanziamenti simili sia pari a 5% e che il datore di lavoro lo corrisponda nella misura del 2%. questo significa che la differenza imponibile (considerato, naturalmente, l’intero finanziamento) sarà data dalla differenza tra 5 e 2% divisa per 2. Ovvero (5%-2%) / 2, cioè 1,5%.

prestito aziendale diretto in busta paga

Piccolo anticipo sulle mensilità successive

Se l’importo di cui hai bisogno è di piccola entità potresti decidere di ottenere il prestito dal tuo datore di lavoro chiedendo direttamente un anticipo sulle mensilità successive. L’anticipo sullo stipendio, un vero e proprio acconto, può essere richiesto da tutti i dipendenti che ne abbiano la necessità a patto di rispettare l’iter necessario, specie per quanto concerne il pagamento dei rimborsi. Anche in questo caso, vale la pena sottolineare che il datore di lavoro non ha alcun obbligo: può accettare la tua richiesta come può, tranquillamente, rifiutarla.

Non c’è una normativa vera e propria che regolamenta questo tipo di prestito. Consigliabile, però, che qualora tu scelga di usufruirne, prepari un documento scritto in cui presentare la tua richiesta, l’importo di cui hai necessità e le motivazioni che ti spingono a questa scelta. Se riceverai un riscontro positivo, ti verrà corrisposto quanto richiesto previo firma di alcuni documenti e mediante modalità tracciabili. Dal 2018, lo ricordiamo, i datori di lavoro non possono corrispondere la retribuzione (o una parte di essa) tramite contanti ma devono utilizzare, per l’appunto, pagamenti tracciabili come il bonifico o il pagamento elettronico.

Tredicesima e Quattordicesima mensilità in busta paga

La Tredicesima mensilità è una mensilità aggiuntiva obbligatoria sin dai tempi del Fascismo (correva l’anno 1937). La Quattordicesima è, invece, un beneficio contrattuale dal momento che non è obbligatoria e non è concessa a tutti. In ogni caso, potrai utilizzare queste due opzioni per ottenere un finanziamento. Come fare? Basta che il datore di lavoro ti retribuisca queste due mensilità ogni mese insieme alla retribuzione ordinaria, in modo da avere una busta paga più consistente e riuscire ad utilizzarla con più semplicità per ottenere un piccolo prestito.

Questo significa, naturalmente, che nei mesi di Luglio e Dicembre, non riceverai in unica soluzione, rispettivamente, la Quattordicesima e la Tredicesima. Entrambe ti saranno “spalmate” nell’arco delle altre 12 mensilità e ne potrai, quindi, usufruire ogni mese.

Anticipo TFR

Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è un obbligo del datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti. Ecco perché anche questa è una delle strade che puoi percorrere per richiedere un prestito aziendale in busta paga senza interessi. Richiedendo un anticipo sul TFR ti verrà corrisposta una parte della tua futura liquidazione (quella che avrai maturato fino al momento della richiesta). Attenzione però: si tratta di una possibilità che puoi sfruttare solo ed esclusivamente se lavori nel settore privato. Impossibile, infatti, usufruirne nel settore pubblico in costanza di rapporto di lavoro.

A disciplinare l’anticipo del TFR è l’articolo 2120 del Codice Civile, in particolare:

  • Comma 6: anzianità di servizio di almeno 8 anni ed importo non superiore al 70% di quello che spetterebbe al termine del rapporto di lavoro;
  • Comma 7: gli anticipi sul TFR devono essere contenuti nel 10% degli aventi diritto;
  • Comma 9: è possibile richiedere l’anticipo sul TFR soltanto una volta durante l’intero rapporto di lavoro.

Riassumendo: puoi chiedere al datore di lavoro un anticipo sul TFR una sola volta e per importi che non superino il 70% di quanto otterresti a fine contratto. Ad esempio, se avrai diritto a 10.000 euro non puoi richiederne più di 7.000. L’azienda per cui lavori, inoltre, deve riuscire a soddisfare l’eventuale richiesta da un massimo del 10% dei dipendenti che ne hanno diritto: devi perciò rientrare tra questi.

Quando è possibile richiedere l’anticipo del TFR?

Richiedere un anticipo sul tuo TFR quindi è un tuo diritto ma devi anche essere certo che le tue motivazioni rientrino tra quelle che la legge (sempre l’articolo 2120 C.C.) indica per poter effettuare la richiesta. prestito aziendale in busta paga senza interessiIl tipo di spesa ammessa deve essere improvvisa ed inderogabile. In particolare:

  • qualunque spesa sanitaria derivante da interventi di tipo straordinario;
  • acquisto della prima casa, sia per sè stessi che per i figli;
  • spese ricadenti in particolari periodi come quello della formazione o legato ai congedi.

Se questo è quanto previsto dal Codice Civile è possibile che vi siano ulteriori aggiunte descritte direttamente all’interno dei contratti di lavoro di ogni categoria.

Per effettuare la richiesta, sarà sufficiente che tu compili l’apposito modulo che ti verrà fornito direttamente in azienda. Dovrai indicare tutti i dati richiesti ed allegare tutta la documentazione che certifichi le tue esigenze (ad esempio atti notarili per acquistare casa o ricevute di spese mediche per motivi sanitari). Dovrai, poi, firmare una liberatoria in cui dichiarerai di aver percepito parte della tua liquidazione e libererai, dunque, il datore di lavoro da ogni onere futuro legato a questa somma già ottenuta.

Vale la pena ricordare che, come abbiamo già visto nei casi del prestito aziendale in busta paga senza interessi, anche la liquidazione viene tassata: l’importo netto, quindi, non corrisponderà mai a quello realmente ricevuto. È consigliabile, in queste delicate fasi, farci seguire da personale esperto.

Conclusioni

Siamo giunti al termine di questo viaggio all’interno di tutte le possibilità che ti consentono di richiedere un prestito aziendale diretto senza busta paga. Abbiamo imparato che ci sono diverse strade da percorrere e che ognuna ha le sue caratteristiche. Dal momento che, comunque, si tratta di un aspetto importante della nostra vita (quello della retribuzione da lavoro) è sempre bene richiedere il parere di esperti e non farci muovere esclusivamente dalla necessità di ottenere la liquidità nel più breve tempo possibile con il rischio di sbagliare. Abbiamo sempre fatto riferimento al datore di lavoro come “azienda” ma questo non significa assolutamente che la possibilità di ottenere questo tipo di finanziamenti sia esclusiva dei dipendenti delle imprese più grandi. Se per certi versi questo potrebbe essere un vantaggio, infatti, anche i dipendenti delle aziende più piccole possono sperare di trovare una porta aperta dietro ciascuna delle opzioni che ti abbiamo indicato.

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